Quarta di copertina

Elisabetta ha intuito il groviglio che il destino sa approntare, scava l’attimo in cui il mistero diventa dolore, entra nella pelle, “suono grave nella notte”, capace di annientare tutti i legami d’amore. Le anime che hanno la fortuna di essere fragili restano ferite ma sanno soffrire come si deve, “senza domande”. Si piange, si grida ed infine si prega tra il sogno e la paura della disillusione. I fiori mai nati non appassiscono perché sono in un giardino senza tempo in cui l’ombra non è oscurità “dove la poesia s’incontra con la musica e l’uomo s’incontra con Dio”; i loro steli non temono il sibilo della falce...(Alberto Moreno)