SEGRETO DI LEONILDE (IL) - PILLOT CARLA

SEGRETO DI LEONILDE (IL)

PILLOT CARLA

LIBRATI

9,00
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Dettagli

  • Macrosettore: Non-definito
  • Settore: NARRATIVA---RACCONTI
  • Data di pubblicazione: 01/01/04
  • Prezzo di listino: 9,00
  • Disponibilità: Disponibile in libreria
  • ISBN: 9788887691177

Quarta di copertina

Per comprendere a fondo il romanzo bisogna assorbirne le immagini, i tempi rallentati, i "campi lunghi" la riscoperta dei paesaggi tenui, fumiganti di brina, raccolti in un viaggio nella nostalgia della protagonista. La poetica del ritorno guida i passi di Francesca che dopo anni torna al paese natale per la misteriosa morte della zia Leonilde, ma il giallo fa solo da sottofondo al romanzo, che verrebbe fatto di definire una preziosa fototeca di tempi dimenticati nella terra degli avi, dove tutto si è fermato. La campagna riverbera il gioco del sole e delle nuvole, ma anche quello, veritiero e doloroso, di due donne, Francesca e Aurora, che confrontano, per un gioco del destino, due realtà diametralmente opposte. Insieme a loro i/paesaggio sifa protagonista e detta le scansioni solenni di un andante elegiaco che domina la scena di un ritorno a casa. Qualunque cosa accada (e ne accadono di vicissitudini determinanti!) niente potrà essere uguale a prima. Carla Pillot conosce l'arte di dosare gli effetti, e sa predisporre l'attenzione di chi legge ai colpi di scena: è una sensazione di coinvolgimento che avvince fin dalle prime pagine, anzi fin dal "segreto" richiamato nel titolo. Eppure, a prima vista, nell'amore (che confesso di condividere) per la campagna marchigiana, rimasta da sempre contegnosa, severa, rude persino, la descrizione degli avvenimenti ha il piglio del piccolo mondo contadino" e dà una impressione difatalistica serenità. Il libro ha il grande pregio di riassumere tutto un itinerario di tecnica narrativa attentamente maturato in anni di lavoro, senza mai ripetere esperienze collaudate, senza, soprattutto, ricalcare terreni sicuri che alla fabulatrice Carla Pillot hanno apportato tante soddisfazioni. Anche se la sperimentazione cerca nuove vie d'espressione, l'affinamento raggiunto nella descrizione della psicologia femminile cifa ricordare le precedenti eroine di altre sue storie, in altre situazioni più cittadine o, a volte, più esotiche che si avvalevano di ambientazioni di una quotidianità altrettanto drammatica. E qui, in una narrazione fuori dal tempo e dai ritmi a noi familiari, s'imponeAurora l'altra donna del quadro con la sua scabra forza, dolorosa e altera. Si delinea la stessa ternpene, naturalistica e selvaggia, che faceva da sfondo nel secolo scorso all'erompere gioioso del "Liolà "pirandeiiano. Solo che qui è il dramma che prevale: una storia autenticamente femminile, dove l'uomo, ora opportunista, ora meschino, è il motore di drammi dei quali non vive la responsabilità. L'amore per i ricordi delle tradizioni campagnole dell'infanzia, libera un canto evocativo: le feste paesane, il dialetto, descritto con affinata partecipazione a contrasto con il linguaggio curiale e immaginifico di vecchi professionisti che hanno meditato la scelta del ritorno alle origini. La tensione drammatica delle due donne, Francesca e Aurora, che sifronteggiano è forte, autentica, senza cedimenti, ma la drammaticità non ha bisogno di teatra